Reportage a Creta sulle tracce di Pietro Querini, lo scopritore del Baccalà, realizzato da Tiziano e Miranda Biasioli 

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Missione Cretese
 

I Frati della Vulnerabile (chissà perché?) Confraternita dello Stofiss di Rovereto sbarcano a Creta carichi di dubbi - e alla ricerca di certezze - sulle tracce del patrizio Veneziano Querini, lo “scopritore del baccalà”.

Ebbene sì, perché testi storici e romanzati lo fanno partire il 25 aprile del 1431 dalla sua Candia (ora Creta) sulla cocca (piccola nave) Querina alla volta delle Fiandre con un carico composto soprattutto da centinaia di botti di malvasia (delizioso vino bianco).

Ogni sorta di disgrazie si abbattè sulla nave e sull'equipaggio che, ridotto ad un decina di uomini, naufragherà dopo mesi, ben lontano dalla meta prevista: sulle isole Lofoten (Norvegia) ben oltre il Circolo Polare Artico.

Salvati casualmente e rifocillati dalla popolazione locale, dopo alcuni mesi intraprendono il viaggio di  ritorno verso la patria natia portando con sé il gradito omaggio di un “pallet” di stoccafisso.

Arrivato a Venezia, il Querini presentò lo strano pesce al Doge.

Dopo iniziali perplessità, dovute soprattutto al suo ben noto “profumo” e alla sua durezza, in breve tempo divenne un piatto per la mensa del Doge ma anche per quella più modesta del popolo, arrivando fino ai giorni nostri in svariate e fantasie edizioni culinarie.

Seguiamo il viaggio dei Frati nell'Isola Greca.

 

 

 

 
I Frati della Vulnerabile, dopo una lunga e perigliosa navigazione su una galea della Serenissima, sbarcano nell'Isola di Candia (l'odierna Creta), nel sicuro porto  di La Canea sul quale il faro Veneziano da secoli vigila e aiuta l'approdo .
 

 

 

 

Inizia il viaggio verso l'entroterra.

Si valicano le montagne del territorio Sfakià, abitato da un popolo bellicoso: così stava scritto sulle mappe d'un tempo.

Dall'alto appare la costa del mare Libico e, in fondo sulla sinistra, alla base dell'ultima punta, si intravvede il Castello di Castelfranco, la prima meta dei nostri frati.

 

 
 

 

Si arriva al Castello di Castelfranco, sul mare Libico; da qui si ipotizza che partì la cocca Quirina.

Il castello, infatti, oltre ad essere un porto franco Veneziano, era anche deposito delle merci del Querini; a testimoniarlo, sopra il portale che dà sul mare e sul torrione, campeggiano ancora il Leone di San Marco ma, soprattutto, gli stemmi delle famiglie Querini (con le stelle) e Dolfin (con i delfini).

Nel castello incontrano due personaggi che inizieranno a sciogliere i primi dubbi ai Frati: Paolo Francis Quirini, l'ultimo discendente della famiglia Querini, e lo  storico appassionato di Baccalà e di Merlin Cocai, Otello Fabris, da Campese a nord di Bassano del Grappa.

 

 

 

Ne approfittiamo anche per scattare delle foto simili a quelle realizzate dal fotografo di Arsiero  Giuseppe Gerola nel 1902 durante la Missione Cretese finanziata dall'Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti di Venezia.

Utilizziamo anche la sorella dell'apparecchio fotografico usato dal Gerola: una Folding Pocket Kodak Model A del 1899.

 

 

 

 

 

 

 
 

 

Si placa temporaneamente la sete di sapere e lo scomparire dei primi dubbi viene festeggiato con un bagno ristoratore su una remota spiaggia del Mare Libico, al riparo da occhi indiscreti.

 

 
 

Vedi anche i reportage

 

Creta Veneziana
un'opera realizzata per l'Associazione "Veneto oltre i confini" con il supporto della Regione Veneto;
vedi i nostri precedenti reportage

   

 

 
 
   

 

 
 
   

 

 
     
 

Ringraziamo per la collaborazione: La Biblioteca di Chania; Regione Veneto; Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti; Emilio Dasyras; Marina Militare Greca; Andrea Vergari, presidente dell'Associazione "Veneto oltre i Confini".

Copyright per le foto in b/n: Istituto Veneto di Lettere, Scienze ed Arte
Copyright per le foto a colori:  Biasioli Film - Belle Epoque Film

progetto realizzato
con il contributo di Regione Veneto

 

 

 

 
 

 


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