Bartolomeo d'Alviano e il libro Impaziente della quiete

Questo sito non utilizza cookie di profilazione. Sono utilizzati cookie di terze parti legati alla presenza dei “social plugin”.
Leggi l'informativa estesa per informazioni. La prosecuzione nella navigazione comporta l'accettazione dei cookie.

 
 
 
 
Bartolomeo d'Alviano
detto Liviano
 
 

 

 

Recensione del libro:

Impaziente della quiete

Bartolomeo d'Alviano, un condottiero nell'Italia del Rinascimento (1455-1515)
Raccolta di testi sul tema scritti da penne diverse a cura di Erminia Irace.

Bartolomeo d'Alviano, detto anche Liviano, fu uno dei più importanti uomini d'arme del Rinascimento e la sua figura affascina ancora.

Alternò smaglianti vittorie a brucianti sconfitte.

Fu abile in campo aperto, più tattico che stratega; sviluppò la guerra “alla moderna” e fu chiamato “regista del territorio”.

Cesare (De Bello gallico) e Vegezio (Epitoma rei militaris) furono i suoi storici punti di riferimento dell'arte militare.

Venezia lo onorò con la concessione di una dimora, lo ascrisse tra i membri del Maggior Consiglio e, di conseguenza, fu ammesso nel Patriziato; gli fu perfino concesso il feudo di Pordenone acciocché si creasse “un nido nel stato nostro”.

Indipendentemente dal personaggio il libro presenta uno spaccato del Rinascimento, quando l'arte e l'architettura italiana si espressero al meglio in un quadro politico belligerante.

Il Rinascimento fu tutto tranne un mondo felice: tanta arte, tanta creatività, con realizzazioni monumentali stupende, ma pieno di contraddizioni e di sangue.

Per informazioni: www.mulino.it

 
Indice
 

 

 


 
 
 

Vedi il nostro DVD sulla

Via Francigena
La via dei Pellegrini
da Canterbury a Roma

clicca qui

 
 

Vi presentiamo alcune date importanti della biografia di Bartolomeo d'Alviano tratte dal libro:

1498

Dal 28 settembre 1498 fu Comandante al servizio della Serenissima Repubblica di Venezia, potenza che annoverava fra i suoi pregi l'affidabilità nei pagamenti, cosa molto apprezzata anche dai condottieri mercenari e dalle loro truppe.
 

1503

Nel 1503 fu attore principale della vittoria al Garigliano.

Militava con gli Spagnoli di Consalvo di Cordova contro i Francesi.

D'Alviano giocò d'anticipo con la sua avanguardia e sorprese il nemico con la costruzione di un ponte di barche di prima mattina protetto dalla bruma!

La manovra venne scoperta ma non capita subito...

I Francesi, sicuri di sé e della loro superiorità numerica non credettero ai loro occhi e, presi alla sprovvista, iniziano a scappare.

Si stava materializzando così una memorabile sconfitta: in una sola giornata tre quarti dell'esercito francese non esisteva più!


1508

In Cadore, il 2 marzo 1508, d'Alviano conduce una memorabile battaglia sotto le insegne del Leone di San Marco scontrandosi nei pressi di Pieve di Cadore contro le truppe Imperiali.

Sul greto del torrente Rusecco, con una abile manovra, ottiene una brillante vittoria e massacra gran parte dei nemici; il bilancio: 1800 morti e 500 prigionieri contro solo 12 morti nelle fila Veneziane.

Era sua convinzione, infatti, che “il nemico deve essere sterminato perché alla prossima occasione non stermini te”.

 
Pieve di Cadore
 
 

1509

All'inizio del XVI secolo tutta Europa ha da rivendicare qualcosa su Venezia che, nel pieno della sua espansione, era arrivata perfino a controllare i porti più importanti della Puglia.

Si arriva al 14 maggio 1509: tutte le più importanti potenze europee, la Francia in primis, coalizzate nella Lega di Cambrai, si schierano contro la Serenissima ad Agnadello sulla Gera d'Adda.

Anche a causa del disaccordo fra i due capi militari, Niccolò Orsini Conte di Pitigliano, capitano generale delle milizie, e Bartolomeo d'Alviano, governatore dell'armi, Venezia accusa una bruciante sconfitta e in breve perde buona parte dei suoi territori.

L'imperatore Massimiliano avanza sino quasi a vedere il campanile di san Marco a ridosso della laguna.

D'Alviano viene preso prigioniero e, al suo ritorno a Venezia dopo 4 anni, è processato ma viene assolto; non solo, è nominato Capitano Generale, la carica militare più importante.

Venezia, infatti, apprezza e incoraggia la sua nuova concezione della guerra così densa di inaspettati colpi di scena.

D'Alviano si conferma così la nuova stella del firmamento militare italiano.


 
 
 
 

1515

D'Alviano è al culmine della sua fama tanto che, a Marignano. il Re di Francia Francesco I non osò andare in battaglia finché non ebbe la sicurezza di avere d'Alviano a suo fianco!

Dall'inizio del XVI secolo Bartolomeo d'Alviano non solo si distingue nelle battaglie, ma riorganizza il sistema difensivo nei centri della Terraferma della Serenissima: Padova, Treviso, Vicenza e Rovereto.

Nelle foto seguenti alcuni importanti opere:

 

Treviso

Le Porte Altinia e Santi Quaranta dove, in quest'ultima, è presente l'iscrizione che riporta il suo nome.

 
 

Porta Santi Quaranta
 


Porta Santi Quaranta

 


Porta Altinia


 
Padova
 

Il Castelnuovo (parzialmente eseguito) che vi presentiamo prima e durante il restauro tuttora in corso.

 


 
Padova - Porta Pontecorvo o Liviana, , così nominata in suo onore,
di forma cubica e di semplice fattura
   

 

 

 


 

Una nota simpatica sul libro

Testando il “metodo” - suggerito da un illustre lettore - per capire se un libro è interessante oppure no, che è quello di aprirlo a pag. 100, abbiamo scoperto a pag. 102 una fondamentale asserzione riferita al nettare di Dio Bacco: le battaglie dell'epoca si vincevano (anche) con il vino!

Quindi questo è un buon libro!

 
 

 

 


visita il sito

Dolomiti in bici
le "mirabilia" che si riflettono sulla
pista ciclabile
Dobbiaco-Cortina-Calalzo

e la pagina Facebook
@dolomitiinbici