Qualche tempo fa lessi
l'annuncio della presentazione di un libro sulle imprese del
Feldmaresciallo Schulenburg e non potevo mancare.
L'avevo, infatti, già
“incontrato” più volte durante la scrittura della sinossi del
mio video storico sull'Isola di Corfù della serie “Il Leone di
Venezia sul Mediterraneo”.
Ma chi è questo tedesco
imperiale, chi è Johann Matthias von der Schulenburg?
Ve lo spiegherà bene il libro
che vi invito a leggere scritto da Sibyl, figlia di un padre
importante, e ultima della generazione di quell'eroe romantico
che salvò Venezia dai Turchi ma che, soprattutto, bloccò
definitivamente l'avanzata degli stessi in Europa.
Il libro è la ricostruzione
rigorosamente storica della vita del Maresciallo famoso per la
difesa di Corfù, la porta dell'Adriatico, nel 1716.
L'Isola era l'ultimo baluardo
della Cristianità per salvare il pensiero del Cristianesimo
occidentale.
Il Principe Eugenio di Savoia
(di origini italiane), generale dell'Impero Asburgico, grande
stratega, aveva bisogno di lui per bloccare l'ultimo assalto.
“Sa morire lentamente” diceva
il Savoia e confidò su questo combattente, che si era ritirato a
50 anni per godersi una serena vecchiaia - per l'epoca - sulla
sua tenuta di famiglia “Gut Emden” vicino a Magdeburgo.
Nel 1715, quindi, inviò in
Germania una vecchia “fiamma” del combattente e il filosofo
Leibniz per avanzargli la richiesta di tornare sul campo di
battaglia per prendere il comando dell'ala destra delle forze -
l'esercito Veneziano - contro i Turchi e coprire così la sua
marcia in Ungheria ed anche per difendere l‘Italia.
La sua disponibilità si
concretizzò con un contratto tra lui e la Serenissima Repubblica
di Venezia con il quale otteneva il comando supremo di tutte le
forze di terra Veneziane in qualità di Feldmaresciallo, unico
nella storia della Dominante.
Le autorità veneziane
all'epoca erano reticenti ad intervenire “tanto il turco non fa
paura”, dicevano, e non tenevano in considerazione che i Turchi
avevano dichiarato di voler piantare il loro accampamento in
Piazza San Marco.
Schulenburg concentrò la sua
azione sull'Isola di Corfù, isola strategica, che i Turchi
volevano per farla diventare la testa di ponte per l'invasione
dell'Europa.
Con la fortezza di Corfù
ridotta in condizioni disastrose, con truppe poche e poco
motivate, la sua era un'impresa impossibile.
Il Feldmaresciallo si trovò a
fronteggiare 40.000 turchi con soli 3.000 uomini, compresa la
popolazione Corfiota, che già aveva conosciuto la dominazione
turca.
Dopo la vittoria la sua fama
crebbe enormemente e a Venezia era secondo solo al Doge.
Gli furono eretti “in vita”
due monumenti: uno a Corfù e uno a Verona.
Morì nel 1747, 50 anni prima
della fine ingloriosa della sua seconda Patria.
Morì un combattente ma anche
un grande mecenate, sponsor di artisti e musicisti, un difensore
della cultura Veneziana.
Il Feldmaresciallo non era
cattolico ma protestante e non sapevano dove seppellirlo; poi
decisero il luogo ideale per questo combattente: l'Arsenale di
Venezia dove la Repubblica fece erigere per lui il monumento
funebre firmato dallo scultore Morlaiter.
Purtroppo non possiamo
aggiungere altro perché, giunti a metà lettura, durante l'ultima
delle nostre frequenti tappe del viaggio sulle Isole Lofoten
sulle orme di Pietro Querini, abbiamo perso il libro...