Alle cinque di mattina ci siamo
imbarcati sul peschereccio "Røstbanken
Vest" di 18 metri, varato nel 1957,
ristrutturato nel 1992,
spinto da un motore
di 350 HP.
Alle
ore 15
siamo sbarcati e ho baciato la terra
"ferma" dell'Isola di Røst!
Il
nome del peschereccio è quello dei
banchi - o zone di pesca - assieme
al
Vestfjord,
più importanti
delle Isole Lofoten in Norvegia.
Su questi banchi le "merluzze"
vengono a deporre le uova dopo una
navigazione
con rotta Sud
di 1000
Km dal mare di Barents.
La
domanda logica che abbiamo posto
era: "Perché pescate anche le "merluzze
incinte? Non è una azione contraria
alla riproduzione della specie?".
Orbene, sui banchi al largo di Røst
arriva una tale quantità di pesce
che i segnali dei sonar non riescono
ad arrivare al fondo del mare.
Anche se si pescano queste
riproduttrici, non si modifica
sensibilmente l'equilibrio naturale,
d'altro canto protetto dal
contingentamento stabilito dai
governi Norvegese e Russo.
Si
pensi che migliaia di pescherecci
raccolgono solo il 20% del pesce.
Ci
hanno accompagnati i due Frati dello
Stofiss di Rovereto, Fracasso e Fra'
Dolcino, e il patron della
Gastronomia Il Ceppo di Vicenza,
Riccardo Boscolo, che ha voluto
rendersi conto di persona di come
venivano pescati e della qualità dei
merluzzi, che debitamente essiccati,
sarebbero arrivati al suo
laboratorio alimentare in Provincia
di Vicenza.
E'
stata un'esperienza indimenticabile
considerato anche che raramente i
pescatori accettano a bordo estranei
data la pericolosità del lavoro, gli
spazi ristretti, il ponte scivoloso
o addirittura ghiacciato e la sempre
presente possibilità di fare un
bagno fuori programma.
Il
mare non era molto mosso ma l'onda
"lunga" oceanica durante le soste
per portare a bordo le reti ha
penalizzato il nostro stomaco.
Logicamente faceva freddo: è
piovuto, è nevicato, è spuntato il
sole, è nevicato ghiaccio, tirava
vento e non c'era una tettoia o un
angolo dove ripararsi: è una barca
da lavoro per lupi di mare!
All'interno - al caldo - non si
poteva stare perché l'odore di
gasolio ti avrebbe fatto vomitare
"anche i cioccolatini della prima
comunione", come si dice in Veneto.
Quindi siamo stati sempre sul ponte
ad ammirare la maestria dei
pescatori, che velocissimamente
liberavano questi grandi merluzzi
dalle reti, e tutte le sfumature di
grigio della superficie marina.
Ogni tanto risaliva con la rete
qualche estraneo come un rombo o una
granseola che venivano, per loro
fortuna, rispediti in mare.
Assieme ai pescatori siamo stati
coinvolti nell'euforia di una "pesca
miracolosa": ben 2.200 merluzzi, con
cinque "retate", un vero record!
Ringraziamo per
l'ospitalità: il Comandante Wilfred
Evjen, il suo equipaggio e
l'esportatore di stoccafisso Arne
Johansen della Blue Sea.