Il
6 febbraio del 1969, ancor liceale,
ero presente al concerto per il
decennale della Polifonica che dopo
quella mirabile esibizione avrebbe
ripiegato gli spartiti (che pochi
riuscivano a leggere...).
Andava in quiescenza la massima
espressione della Goliardia Patavina
mentre mi accingevo a programmare
per l'anno successivo il mio viaggio
in compagnia di Bacco, Tabacco e
Venere.
Avrei dovuto navigare fra piazze e
osterie senza il conforto delle note
sublimi dei Professori della
Lenguazza sotto l'egida del Maestro
Cicero.
Per la musica fu un annus
horribilis: anche i Beatles si
stavano sciogliendo!
Ma
dopo qualche anno la Polifonica,
simile alla Fenice, risorse; trovò
linfa vitale nelle giovani leve e si
aggiornò alle nuove tendenze
facendosi persino dirigere da una
rappresentante del gentil sesso.
Ma
andiamo ai giorni nostri: la
Polifonica ha voluto festeggiare il
suo 60° compleanno con un grande
concerto nella nobile sede del
Teatro Verdi.
Di
esecuzioni nelle più svariate
location ne avrò riprese come minimo
una ventina (una addirittura grazie
ad un finanziamento dell'Unione
Europea) ma, la Polifonica, a mio
giudizio, mai aveva suonato così
bene come quest'anno!
La
raffinatezza dell'esibizione si è
sublimata quando i Professori hanno
voluto inserire un paio di “stecche”
per significare che la Polifonica
non è un ensemble professionale ma
una compagine Goliardica...
E,
a proposito di Goliardia, non posso
esimermi da biasimare l'assenza
quasi totale dei giovani goliardi,
di mantelli di Ordini e Accademie
(ne ho visto solo un paio indossati
da “anziani”), di Berretti
Goliardici.
Non solo, anche una consolidata
tradizione è venuta meno: né il
Tribuno, né un membro del Tribunato,
sono saliti sul palco a salutare i
Professori Polifonici e a
ringraziare il folto pubblico che,
fra l'altro, ha permesso una
importante donazione al Filo d'Oro.
Palesa lo scollamento fra la
Lenguazza, massima espressione della
Goliardia Patavina, e l'attuale
gruppo di indossatori di mantelli e
cappelli.
Ci
si domandava qualche anno fa: la
Goliardia è morta?
Questa volta pare proprio di sì!