Dopo 15 anni di recupero della
tradizione, dopo 6 anni di Festival
Triveneto del Baccalà, dopo aver
fondato la International Stockfish
Society a Lubecca, dopo aver errato
senza fissa dimora per anni ecco che
il sogno della Vulnerabile
Confraternita dello Stofiss dei
Frati si è avverato: avere un
campanile di riferimento e poter
entrare nel proprio convento.
E’
accaduto sabato a Brancolino, sotto
un diluvio che doveva bagnare una
collaborazione che fin dall’inizio
promette molto bene. La Pro Loco di
Brancolino e il Comune di Nogaredo,
dopo aver studiato a fondo i nuovi
confratelli, dopo aver aperto i
cuori degli scettici ha consegnato
simbolicamente le porte del convento
a Maurizio Zanghielli (Fra Casso) e
ai suo confratelli.
Don Maurizio, l’amato sacerdote vero
di Brancolino con un sorriso ricco
di gioia ha benedetto questo
ingresso alla fine di un’ora di
concerto dei Labirinti Armonici che
con le note di Mozart hanno
attenuato i lampi e i tuoni che
preparavano l’aria fresca dopo la
tempesta.
Il
giovane Amedeus, quasi 250 anni fa
era stato a Brancolino nel suo primo
viaggio in Italia portato dai conti
Lodron e forse ha composto in
Vallagarina uno dei brani
interpretati da Andrea Ferroni e dal
suo quartetto.
E
così la Via Claudia Augusta e
la Mozart Way si sono
incrociate un’altra volta con il
passato e questa volta lo hanno
fatto cedendo il passo a quella che
diventerà la rotta internazionale
dello stoccafisso di cui la
Venerabile è prima paladina.
E
lo stoccafisso servito da Fra
Lerighe e Fra Stornello sotto un
tempo ancora minaccioso, all’interno
del bellissimo giardino del convento
era speciale. Non è mancato il bis
con la nota piccante di Peperoncino
Trentino e con le note poetiche di
Loredana Cont che per l’occasione ha
dedicato due poesie ai frati del
baccalà.
Alle 21.30 la facciata della chiesa
si è trasformata in un grande
schermo sul quale è stato proiettato
il capolavoro della confraternita
(realizzato da Biasioli Film) che
riassume il progetto internazionale:
Brancolino-Lubecca A/R. Proprio così
A/R come andata e ritorno, come chi
parte per promuovere Brancolino e
ritorna per raccontare cosa ha
fatto, ora a Bergen ora a Lubecca
ora a Lisbona e ad Ottobre a Creta
sulle impronte di Pietro Querini.
Ora non resta che rileggere il Filò
di Brancolino alla scoperta dei
nuovi Frati e del convento che dal
1260 racconta senza sosta le storie
dei viandanti, artisti e
commercianti che da nord e da sud si
fermavano in Vallagarina. Oppure
sarà possibile chiedere ai custodi
di Brancolino di poter visitare la
mostra fotografica allestita dai
frati per l’occasione con un
messaggio chiaro: Brancolino, se
sosti ti conquista.
Ma
quanto sosteranno i Vulnerabili
prima di mettere profonde radici?
Andrea Vergari,
settembre 2015